Tutti conosciamo Piccadilly Circus a Londra. E se ci chiedessero perché la conosciamo risponderemmo che è famosa per i suoi negozi di souvenir e abbigliamento, la statua dell’ Eros e, soprattutto, il display luminoso, dove chiunque sia stato a Londra, almeno una volta nella propria vita, ha sicuramente una foto ricordo.
Piccadilly Circus era una volta una cerniera tra Regent Street e Regents Park, creata da John Nash nel 1820, per assicurare un passaggio maestoso al Principe del Galles che aveva la sua residenza a Carlton House.
Tralasciando la storia, oggigiorno Piccadilly è divenuta un grande piazza d’ incontri, un luogo sovraffollato di turisti che manifestano tutto il loro eccitamento scattando foto in continuazione. Per dare quindi un tono e un significato più profondo a questo posto, abbiamo deciso di elencarvi alcuni fatti di Piccadilly con i quali probabilmente non siete familiari.
Una leggenda urbana narra che Piccadilly sia nata dalla prostituzione. In realtà nel 1612 un uomo chiamato Robert Baker costruì una villa al lato nord di dove è situata oggi la piazza. Egli fece la sua fortuna grazie alla vendita di “Picadils” , ovvero dei collari rigidi indossati dalla nobiltà dell’ epoca. Gli abitanti del posto chiamarono la sua villa Picadil Hall, da cui è poi rimasto poi il nome Piccadilly.
Il nome della fontana centrale, the Shaftesbury Memorial, deriva dal grande filantropo vittoriano Anthony Ashley Cooper, settimo conte di Shaftesbury. Fu finanziata con una sottoscrizione pubblica, chiara testimonianza della sua opera caritatevole
Prima che le tazze venissero rubate, era possibile bere dalla fontana con la Duchessa di Westminster alla sua inaugurazione nel 1893. Il bacino della fontana non fu realizzato della stessa misura dei disegni di Alfred Gilbert, pertanto, quando fu messa in funzione, l’ acqua fuoriuscì e bagnò i passanti. Gilbert fu così furioso che rifiutò di mostrarsi in pubblico durante la cerimonia di inaugurazione.
La statua dell’ Eros non è in realtà una statua di Eros. Come detto prima, il Conte di Shaftesbury, essendo una persona molto caritatevole, non sorprende che in questo contesto abbia fatto costruire una statua che rappresentasse Antheros, il dio dell’ amore maturo e disinteressato, piuttosto che Eros, dio dell’ amore frivolo e romantico. Questa è stata la prima statua in alluminio ad essere eretta a Londra.
Il cartellone luminoso della Coca Cola è il più longevo a trovarsi sul display di Piccadilly (dal 1955), ma i primi prodotti furono sponsorizzati su luce di neon qui nel 1908. Bovril e Perrier furono tra i pionieri delle pubblicità su questo display. Tuttavia, neppure le grandi potenze aziendali furono capaci di stoppare le luci dall’ essere spente durante la Seconda Guerra Mondiale. Da allora, il display è stato spento soltanto altre due volte: ai funerali di Winston Churchill nel 1965 e a quelli di Lady Diana nel 1997.
Yoko Ono, in passato, ha speso circa 150.000 sterline per mostrare la lirica della celebre canzone Imagine di John Lennon, suo ultimo marito. ‘Imagine all the people living life in peace’ sono state le parole andate sul display in semplice nero su bianco, nel 2002 per circa tre mesi.
La leggenda narra che se riuscite a vedere tutti i sette nasi di Soho, otterrete la ricchezza infinita. Uno dei sette nasi si trova a Piccadilly. Non vi diremo dove, però 😀
Il nome originario della strada conosciuta oggi come Piccadilly era Portugal Street, dato in onore della nazionalità di Catherine di Braganza, moglie di Carlo II. A metà del 18° secolo le venne poi conferito il nome che conserva tutt’oggi.
Dopo che il lato sud della piazza fu reso pedonale negli anni ’90, l’ area è davvero divenuta una sorta di circo a cielo aperto, con tanto di ballerini e ginnasti. Tuttavia, la parola ‘Circus’ deriva dal latino e significa anello o linea circolare e prese tale nome in seguito alla costruzione nel 18° secolo di edifici disposti a forma circolare nella piazza.
Bruce Forsyth fu il presentatore quando i Beatles fecero nascere il fenomeno sociale Beatlemania, esibendosi al London Palladium a Piccadilly Circus domenica 13 ottobre 1963. La frase Beatlemania fu accreditata al giornale Daily Mirror, ma fu probabilmente coniata 8 giorni prima su Radio Scotland.
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